Un altra realta

 

L’ Italia l’ho conosciuta tramite il mio fidanzato che ho incontrato in Ucraina durante lo svolgimento di un festival del folklore; lui faceva parte del gruppo della Sicilia. Parlando abbiamo scambiato gli indirizzi, ci siamo frequentati per tre anni dopo di ché ci siamo sposati.

Il primo periodo in Italia mi sembrava tutto bello: l’architettura, la musica, le persone sorridenti, una lingua molto melodica, come fosse un sogno dove tu puoi vedere ma non puoi reagire, perché non conosci la lingua percio ti resta solo di capire una nuova societa e osservare.
Ambientandomi mi sono accorta che la vita matrimoniale non puo dare tutto, specialmente quando un marito giovane come me studiava e non lavorava.
Per necessita ho cominciato subito a lavorare. Avendo una laurea in lingue straniere, con poca conoscenza d’italiano sono andata a lavorare in un ristorante (il primo lavoro che mi e capitato).
Ero contenta di non stare a casa, mi sono trovata molto bene con i colleghi e con il direttore che era molto bravo, ma non mi sentivo soddisfatta.
Tornando stanca dal ristorante sull’autobus chiudevo gli occhi e ricordavo i miei amici, gli anni piu belli dell’universita, il lavoro che svolgevo in Ucraina (interprete), avevo tanta nostalgia e mi sentivo costretta di fare un lavoro che non mi piaceva perché non vedevo un’altra soluzione non conoscendo bene la nuova realta.
Con tutta la crisi economica nel mio paese la vita non era cosi dura come l’ho trovata in Italia. Sinceramente in quel periodo non vedevo piu la bellezza del paese dove mi ero trasferita. Ho capito che non si poteva piu andare avanti cosi, bisognava reagire, andare a studiare e riprendere quello stile di vita che avevo in Ucraina.
Ho lasciato il lavoro e avendo una situazione economica difficile non mi potevo permettere di studiare all’universita, avevo la possibilita soltanto di frequentare i corsi. Per un lungo periodo non sapevo come cercarne uno valido; per caso ho scoperto un ufficio di orientamento al lavoro dove sono stata accolta molto bene; un impiegato, mi ha ascoltato attentamente, ha letto il mio curriculum e mi ha spiegato come funziona il mondo del lavoro in Italia. Ho seguito il suo consiglio e fino a oggi sono molto grata a questa persona. La mia vita e cambiata, perché questa volta sceglievo il lavoro e la formazione non soltanto per necessita, ma per interesse e piacere, non mi sentivo piu sperduta, ma facendo i corsi avevo la sensazione di una rinascita: mi sentivo integrata e indipendente.
Facendo il corso per Mediatore Culturale ho capito meglio il percorso dell’immigrazione e svolgendo lo stage lavorativo mi sono sentita utile per la societa. Ho cominciato a lavorare in un campo che mi da molta soddisfazione.
Sulla mia esperienza personale mi sono accorta che noi donne dell’Est, anche se c’e un buon matrimonio, non possiamo fare soltanto le casalinghe. Siamo cresciute in un altro modo partecipando attivamente nella vita sociale e per questo se migriamo in un altro paese dobbiamo mantenere la nostra identita culturale.

L.S.